La rete sociale

In questi anni di lavoro, svolti in un’ottica globale, di integrazione tra i vari servizi istituzionali e non, presenti sul territorio, siamo riusciti a compiere una serie di azioni creando una vera e propria rete di servizi integrati a favore non solo degli anziani o dei disabili ma a favore di tutti i cittadini.  La possibilità di attingere alla rete di servizi territoriali ci ha permesso di orientare l’anziano, i disabili e le loro famiglie verso servizi mirati e più idonei ai bisogni manifestati.

Per rendere possibile ciò, abbiamo messo in stretta correlazione tutte le risorse territoriali implementando l’integrazione di correlazioni, di percorsi agevolati e non di invii a tappe forzate

La rete sociale di cui tanto si parla non è un concetto che si enuncia, né ci sono manuali su come si costruisce, è azione e lavoro comune, mai finita, capace di “catturare”, o creare nuovi attori da azioni precedenti, difficile da “raccontare” e solo con il lavoro quotidiano assume realtà e forma.

È facile, quindi, imbattersi, nella nostra storia e nel nostro quotidiano, in attori e azioni propri di un lavoro di rete.

La rete sociale è costituita da un insieme di attori e relazioni tra gli stessi che definiscono il contesto in cui la Cooperativa opera e ne facilita le azioni.  

Abbiamo sempre lavorato cercando soluzioni adeguate alle situazioni che si presentavano, e dove non le abbiamo trovate le abbiamo create, predisponendo procedure, attivando prassi che si sono consolidate, presentando domande provenienti dai bisogni degli utenti, a tutti quegli interlocutori che hanno voluto ascoltare. La rete sociale rappresenta persone e le interazioni fra esse, è mobile ed equa, è un insieme di legami che danno il senso dei comportamenti, vive di interazioni necessarie per mantenere identità sociale, lavora in condivisione di cultura comune.

Alla logica unidirezionale della prestazione (tra chi offre e chi riceve) noi sostituiamo la logica del “fare insieme”; alla logica del servizio, noi sostituiamo la logica del creare, favorire momenti, spazi di incontro, di confronto, di riflessione, di socializzazione.

Non si è davanti a “servizi” tradizionalmente intesi, ma davanti ad “eventi”. Dinamiche ed esiti sono quindi diversi e non sempre prevedibili.

Non si ragiona per “piani” da implementare, ma di “progetti” da realizzare. Un’organizzazione, la nostra, che sebbene sia aperta all’innovazione e alla sperimentazione, non significa improvvisazione: le nuove iniziative aprono il campo a nuove professionalità, richiedono la revisione e/o il cambiamento delle più tradizionali modalità con le quali l’esperto (non importa se pubblico o privato) si avvicina al cliente-utente, ma tutte – nuove e rinnovate – devono affrontare la prova del rigore metodologico.

La nostra idea di lavoro in rete è di integrazione di correlazioni, di percorsi agevolati e non di invii a tappe forzate.

La nostra metodologia, quindi produce un risultato che è anche strumento, è, cioè, “lavorare la rete”.

L’integrazione tra le professioni è una condizione operativa necessaria per produrre diagnosi e valutazioni multidimensionali, selezionando risposte appropriate con riferimento alle diverse condizioni di bisogno.

Il presupposto a tutto ciò è la formazione di un’equipe interdisciplinare che impari e costruisca un linguaggio comune per la costruzione di servizi adeguati e rispondenti alle effettive necessità.

Il processo di cambiamento, che l’integrazione innesca, richiede:

– la responsabilizzazione individuale e di gruppo, nel caso di prestazioni integrate, in ordine alla quantità e alla appropriatezza dei servizi prodotti;

– il superamento delle visioni settoriali, centrate su interessi particolari di singoli profili professionali;

– la flessibilità dell’impiego delle risorse umane, senza ancorarle a spazi, tempi e ambiti predefiniti, tenendo conto dei ruoli previsti e riconosciuti dalla contrattazione.

Lo strumento di ottimizzazione delle risorse umane e di cambiamento organizzativo non può che essere la formazione.

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